A gennaio, mentre molti adulti sono alle prese con elenchi di propositi più o meno ambiziosi, i tredicenni del nostro Paese sono chiamati a prendere una decisione molto importante sul proprio futuro (forse la prima): la scelta della scuola superiore. Al netto dei consigli profusi da docenti, genitori, parenti (perfino dai vicini di casa, che quelli sanno sempre tutto, per lo meno i miei) e dei risultati emersi dai progetti di orientamento, la scelta resta, secondo me, un diritto dei ragazzi. I ragazzi spesso decidono di pancia, l'influenza degli amici pesa più di qualunque test psico-attitudinale, e l'intemperanza adolescenziale li spinge a fare scelte avventate, perfino quando in gioco c'è il loro futuro: tutto questo è innegabile; però nella mia esperienza genitoriale e professionale ho capito che i ragazzi non desiderano più autonomia (ne hanno fin troppa, non sanno neppure più cosa farsene), bensì che si guardi alle loro scelte con più stima. Non ci chiedono di starcene fuori dalle loro scelte, ma di accompagnarli senza sostituirci a loro: ci chiedono di poter diventare grandi, confrontandosi con i propri desideri e perfino con i propri errori di valutazione. E se anche capitasse di sbagliare scuola, si può tornare indietro e cambiare, (perché se si può cambiare marito, allora si può anche cambiare scuola, e credo che tra le due esperienze, comporti meno fatica emotiva la seconda, ma chiaramente questa resta un'opinione personale). Tuttavia, nessuno si sposa o tanto meno sceglie una scuola, pensando che poi cambierà: si sceglie sempre e comunque, ipotizzando che quella sia la decisione giusta ed è in quest'orizzonte che i ragazzi vanno aiutati a scegliere un'ipotesi di bene da verificare, e che li richiami alla serietà con cui le decisioni importanti vanno vissute. Sento questo tema molto caldo, perché oltre ad insegnare, io sono una mamma, e anche quest'anno dovrò iscrivere una delle mie figlie alla scuola superiore; ma, mentre lo scorso anno, la mia primogenita, a stage concluso, non aveva più alcun dubbio, la mia Sveva a 20 giorni dalla chiusura delle iscrizioni, ancora brancola indecisa fra due licei. Davanti a tale indecisione cosa dovrei fare? Starmene zitta per il timore di essere prevaricante? Oppure, in forza del mio ruolo, dovrei spingerla nella direzione che intravedo come la più adeguata per lei? Come sempre, più che dalle mie conoscenze pedagogiche, mi sono fatta guidare dal buon senso e dalla consapevolezza che i ragazzi hanno bisogno soprattutto di adulti certi, capaci di offrire non solo strumenti, ma anche ipotesi da vagliare e con cui confrontarsi. Anche in questo caso, non ho esitato ad indicare a mia figlia, ciò che reputo meglio per lei, avendo però anche l'onestà di ricordarle che si tratta del mio punto di vista, e che ciò che le auguro non è la scuola "giusta" per lei, ma che lei sappia essere sempre "giusta" per la scuola che sceglierà, qualunque essa sia. Ai nostri figli non servono solo punti di vista, consigli più o meno illuminati o progetti di orientamento, ma adulti che li sostengano nel loro percorso di crescita e che li guidino a diventare "giusti" per le scelte che hanno compiuto, ad assumersi il rischio di quella libertà tanto desiderata, che rende l'uomo, uomo e la donna, donna. Certo che dobbiamo sperare che i nostri figli sappiano scegliere ciò che è più adatto per loro, ma è più importante augurarsi che sappiano vivere all'altezza di quella scelta, di quel desiderio che li ha guidati in una direzione e non in un'altra, perché se è vero che possono cambiare percorso di studi, è altresì vero che nel corso della loro esistenza saranno chiamati a prendere decisioni che non potranno essere ritrattate, e allora vale la pena aiutarli fin d'ora a vivere le loro decisioni (più o meno vincolanti) con questa serietà. In fondo lo sperimentiamo ogni giorno anche noi: abbiamo scelto di essere padri e madri, eppure questo non ci basta per essere buoni genitori; nessuno di noi, davanti alla fatica dell'educare i propri figli, ritratta la propria scelta di vita, ma costantemente domanda di diventare "giusto" per quella originaria decisione. Come sempre i vostri commenti sono i benvenuti.
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Crema, 7 giugno 2019 Compito di tedesco per giovedì 13 giugno. Ѐ importante utilizzare al meglio questi ultimi giorni prima del tuo esame di tedesco; mi raccomando dunque di eseguire il compito che ti sto assegnando con serietà e dedizione. Cerca di svolgere almeno un paio di consegne date, (non è obbligatorio svolgerle tutte), ricordando di spuntarle su questo foglio, che mi riconsegnerai giovedì, prima dell’esame: · leggi almeno due capitoli del tuo libro preferito · vai a fare una nuotata o una lunga passeggiata in bici · mangia un gelato con i tuoi amici · vedi una puntata della tua serie televisiva preferita · guarda o riguarda un film a piacere (non necessariamente in tedesco!) · dedica un paio di ore al tuo hobby preferito (sono concessi perfino i videogiochi) · prepara la tavola o aiuta a preparare la cena almeno una volta · sforzati di stare a tavola un po’ più del solito · decidi fin da ora cosa indosserai all’esame orale: fai un po’ di prove davanti allo specchio (e ricordati niente shorts, jeans strappati, maglie traforate, infradito, pantaloni sportivi in acetato, a meno che tu non voglia passare il giorno successivo al tuo esame con Carla Gozzi ed Enzo Miccio). · fai una lista di tre cose che non hai mai fatto e che probabilmente riuscirai a fare quest’estate · elenca i tre momenti più divertenti di questo anno scolastico. Se senti la necessità di fare un po’ di esercizio prima dell’esame, fallo pure, ma non più di una Leseverstehen. NOTA BENE: a questo punto, l’unica che davvero si deve preoccupare è la sottoscritta, per te non è più necessario.
E soprattutto ricordati che non potrei essere più orgogliosa di te e della tua classe. Prof.ssa Monica Salvi Quest’anno le novità legate alle prove Invalsi sono numerose, e come spesso accade davanti a ciò che non si conosce, anche tra i ragazzi (e qualche famiglia) serpeggia il panico. Tra le novità: la prova di Inglese; io insegno tedesco, per cui sono fuori dai giochi, ma dato che quello che i miei studenti vivono si ripercuote inevitabilmente su come affrontano la scuola e dunque anche la mia disciplina, ho pensato potesse essere utile fare il punto, raccogliendo in un solo post, tutte le informazioni che sono necessarie per affrontare la prova Invalsi di Inglese con serenità. Perché? La domanda più frequente dei ragazzi “Ma perché dobbiamo “ingolfarci” con questo test prima dell’esame di terza media (loro lo chiamano ancora così), se poi non serve ai fini dell’esame?” Domanda legittima che merita una risposta. Lo scopo dell’Invalsi è delineare un quadro di riferimento statistico sul livello di apprendimento in Italia e confrontarlo con quello di altre realtà europee. I risultati serviranno (si spera!!) al Ministero per identificare i punti deboli del nostro sistema di istruzione e progettare eventuali interventi correttivi. Inoltre, sebbene i risultati non condizionino l’esito dell’esame di fine ciclo, questi saranno inseriti nella certificazione delle competenze secondo livelli descrittivi distinti per Italiano, Matematica ed Inglese. Chi? Le prove Invalsi devono essere somministrate a tutti gli alunni frequentanti la classe terza della secondaria di primo grado. La mancata partecipazione alla prova invalsi non consente l’accesso agli esami di licenza di fine anno, sebbene, come già indicato sopra, i risultati non avranno alcun effetto sull’esito dell’esame conclusivo. Le prove si svolgono alla presenza di un docente somministratore, individuato dal Dirigente Scolastico e di una seconda figura di controllo, anch’essa individuata dal Dirigente Scolastico tra il personale docente, il personale ATA o altri collaboratori della scuola. Quando? La prova di Inglese (come quella di Italiano e Matematica) dovrà essere eseguita necessariamente tra il 4 ed il 21 aprile, come stabilito dal MIUR; le singole scuole avranno però la facoltà di scegliere in quali giorni del range dato dal Ministero fissare le singole prove; immagino che la gran parte delle scuole fisserà date ed orari diversi per le varie classi o gruppi di studenti. La maggior parte delle scuole non dispone di un computer per ogni alunno delle classi terze, per cui è impossibile che il test si svolga contemporaneamente per tutti gli studenti. Quanto tempo? Il test si compone di due prove distinte (reading e listening) ma non indipendenti, nel senso che esse dovranno essere consecutive. Il tempo complessivo di svolgimento della prova è definito dalla piattaforma: i ragazzi avranno a disposizione 40 minuti per ciascuna delle prove, con una pausa di 10 minuti tra la prima e la seconda. Come? Il test sarà computer based e questo chiaramente contribuisce a mettere in agitazione chi si deve occupare del corretto funzionamento delle strumentazioni; già in questi giorni, le scuole italiane stanno svolgendo i test su hardware e software necessari per il corretto espletamento della prova. Le istruzioni per lo svolgimento del test, saranno in lingua inglese, con una struttura linguistica ed un vocabolario coerente al livello A1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento. Prima di procedere con l’esame, ogni alunno riceverà delle credenziali personali per lo svolgimento della prova. I ragazzi potranno usare carta e penna per gli appunti, che dovranno essere consegnati al termine della prova al docente somministratore, che provvederà subito a distruggerli. La correzione della prova INVALSI di Inglese, per la Secondaria I grado, è totalmente centralizzata e non è richiesto alcun intervento da parte dei docenti. La trasmissione dei dati all’INVALSI è automatica, senza intervento da parte del personale della scuola e contestuale alla chiusura della prova da parte dello studente o in seguito all’esaurimento del tempo massimo previsto per la prova. Cosa? Il test consta di una reading e di una listening. Vediamole nello specifico: Reading E’ una prova di bilivello; ai ragazzi vengono consegnati due brani: saranno testi autentici, continui e discontinui, riconducibili ai descrittori di lettura del QCER, con contenuti familiari per gli allievi della terza classe (ad esempio: famiglia, scuola, tempo libero, cibo, salute, vacanze, natura, professioni, abbigliamento, animali domestici, luoghi, sport, tradizioni, viaggi, tempo atmosferico, eventi). Il primo testo di circa 110 parole avrà un livello di difficoltà pari al livello A1; il secondo testo sarà più lungo, massimo 220 parole, e corrisponderà al livello A2. A ciascun testo sono associate domande di comprensione, che prevedono:
La prova prevede l’ascolto di un file audio, non più lungo più di 2 minuti; il file potrebbe constare di un dialogo tra 2 o 3 persone, oppure in una sequenza di piccoli monologhi di pochi secondi con speaker diversi. Anche per questa parte della prova, gli studenti dovranno dimostrare di aver compreso quanto ascoltato, rispondendo ad alcune domande che prevedono:
La riproduzione audio di ciascun brano sarà effettuato due volte e non potrà essere interrotta in nessun modo e per nessuna ragione, per questo suggerirò ai miei studenti di prestare la massima attenzione a questa fase del test. La prova di listening prevede che sul monitor vengano visualizzate le istruzioni in inglese, non appena l’insegnante responsabile del test, darà il via alla prova. A questa visualizzazione, seguirà una pausa di 20 secondi per permettere ai ragazzi di leggere le domande prima dell’inizio dell’ascolto. Ci sarà una pausa di 5 secondi a cui seguirà il secondo ascolto; altri 20 secondi di tempo saranno poi garantiti agli studenti per il completamento dei tasks e l’eventuale verifica delle risposte date. Alunni con certificazione di disabilità o DSA.
Ci sono indicazioni specifiche per gli alunni disabili e DSA certificati. Come accade anche per altri esami, per questi studenti sono previste misure compensative (tempo aggiuntivo) e dispensative (dell’intera prova o di una delle due parti). Concludo con una considerazione personale: superare questa tipologia di test dipende molto anche dal sapere cosa ci aspetta. Il mio suggerimento è quello di dedicare un po’ di tempo all’esercizio con questo format d’esame. Prendere dimestichezza con questa tipo di strutture e di domande, consentirà ai ragazzi di muoversi più velocemente tra i quesiti e di sentirsi più sicuri e lo sappiamo quanto questo possa contribuire al successo di un esame. Se vi interessa avere qualche samples su cui far esercitare i ragazzi, commentate qui sotto, e vedrò di esservi d’aiuto. |
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