Quest’anno le novità legate alle prove Invalsi sono numerose, e come spesso accade davanti a ciò che non si conosce, anche tra i ragazzi (e qualche famiglia) serpeggia il panico. Tra le novità: la prova di Inglese; io insegno tedesco, per cui sono fuori dai giochi, ma dato che quello che i miei studenti vivono si ripercuote inevitabilmente su come affrontano la scuola e dunque anche la mia disciplina, ho pensato potesse essere utile fare il punto, raccogliendo in un solo post, tutte le informazioni che sono necessarie per affrontare la prova Invalsi di Inglese con serenità. Perché? La domanda più frequente dei ragazzi “Ma perché dobbiamo “ingolfarci” con questo test prima dell’esame di terza media (loro lo chiamano ancora così), se poi non serve ai fini dell’esame?” Domanda legittima che merita una risposta. Lo scopo dell’Invalsi è delineare un quadro di riferimento statistico sul livello di apprendimento in Italia e confrontarlo con quello di altre realtà europee. I risultati serviranno (si spera!!) al Ministero per identificare i punti deboli del nostro sistema di istruzione e progettare eventuali interventi correttivi. Inoltre, sebbene i risultati non condizionino l’esito dell’esame di fine ciclo, questi saranno inseriti nella certificazione delle competenze secondo livelli descrittivi distinti per Italiano, Matematica ed Inglese. Chi? Le prove Invalsi devono essere somministrate a tutti gli alunni frequentanti la classe terza della secondaria di primo grado. La mancata partecipazione alla prova invalsi non consente l’accesso agli esami di licenza di fine anno, sebbene, come già indicato sopra, i risultati non avranno alcun effetto sull’esito dell’esame conclusivo. Le prove si svolgono alla presenza di un docente somministratore, individuato dal Dirigente Scolastico e di una seconda figura di controllo, anch’essa individuata dal Dirigente Scolastico tra il personale docente, il personale ATA o altri collaboratori della scuola. Quando? La prova di Inglese (come quella di Italiano e Matematica) dovrà essere eseguita necessariamente tra il 4 ed il 21 aprile, come stabilito dal MIUR; le singole scuole avranno però la facoltà di scegliere in quali giorni del range dato dal Ministero fissare le singole prove; immagino che la gran parte delle scuole fisserà date ed orari diversi per le varie classi o gruppi di studenti. La maggior parte delle scuole non dispone di un computer per ogni alunno delle classi terze, per cui è impossibile che il test si svolga contemporaneamente per tutti gli studenti. Quanto tempo? Il test si compone di due prove distinte (reading e listening) ma non indipendenti, nel senso che esse dovranno essere consecutive. Il tempo complessivo di svolgimento della prova è definito dalla piattaforma: i ragazzi avranno a disposizione 40 minuti per ciascuna delle prove, con una pausa di 10 minuti tra la prima e la seconda. Come? Il test sarà computer based e questo chiaramente contribuisce a mettere in agitazione chi si deve occupare del corretto funzionamento delle strumentazioni; già in questi giorni, le scuole italiane stanno svolgendo i test su hardware e software necessari per il corretto espletamento della prova. Le istruzioni per lo svolgimento del test, saranno in lingua inglese, con una struttura linguistica ed un vocabolario coerente al livello A1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento. Prima di procedere con l’esame, ogni alunno riceverà delle credenziali personali per lo svolgimento della prova. I ragazzi potranno usare carta e penna per gli appunti, che dovranno essere consegnati al termine della prova al docente somministratore, che provvederà subito a distruggerli. La correzione della prova INVALSI di Inglese, per la Secondaria I grado, è totalmente centralizzata e non è richiesto alcun intervento da parte dei docenti. La trasmissione dei dati all’INVALSI è automatica, senza intervento da parte del personale della scuola e contestuale alla chiusura della prova da parte dello studente o in seguito all’esaurimento del tempo massimo previsto per la prova. Cosa? Il test consta di una reading e di una listening. Vediamole nello specifico: Reading E’ una prova di bilivello; ai ragazzi vengono consegnati due brani: saranno testi autentici, continui e discontinui, riconducibili ai descrittori di lettura del QCER, con contenuti familiari per gli allievi della terza classe (ad esempio: famiglia, scuola, tempo libero, cibo, salute, vacanze, natura, professioni, abbigliamento, animali domestici, luoghi, sport, tradizioni, viaggi, tempo atmosferico, eventi). Il primo testo di circa 110 parole avrà un livello di difficoltà pari al livello A1; il secondo testo sarà più lungo, massimo 220 parole, e corrisponderà al livello A2. A ciascun testo sono associate domande di comprensione, che prevedono:
La prova prevede l’ascolto di un file audio, non più lungo più di 2 minuti; il file potrebbe constare di un dialogo tra 2 o 3 persone, oppure in una sequenza di piccoli monologhi di pochi secondi con speaker diversi. Anche per questa parte della prova, gli studenti dovranno dimostrare di aver compreso quanto ascoltato, rispondendo ad alcune domande che prevedono:
La riproduzione audio di ciascun brano sarà effettuato due volte e non potrà essere interrotta in nessun modo e per nessuna ragione, per questo suggerirò ai miei studenti di prestare la massima attenzione a questa fase del test. La prova di listening prevede che sul monitor vengano visualizzate le istruzioni in inglese, non appena l’insegnante responsabile del test, darà il via alla prova. A questa visualizzazione, seguirà una pausa di 20 secondi per permettere ai ragazzi di leggere le domande prima dell’inizio dell’ascolto. Ci sarà una pausa di 5 secondi a cui seguirà il secondo ascolto; altri 20 secondi di tempo saranno poi garantiti agli studenti per il completamento dei tasks e l’eventuale verifica delle risposte date. Alunni con certificazione di disabilità o DSA.
Ci sono indicazioni specifiche per gli alunni disabili e DSA certificati. Come accade anche per altri esami, per questi studenti sono previste misure compensative (tempo aggiuntivo) e dispensative (dell’intera prova o di una delle due parti). Concludo con una considerazione personale: superare questa tipologia di test dipende molto anche dal sapere cosa ci aspetta. Il mio suggerimento è quello di dedicare un po’ di tempo all’esercizio con questo format d’esame. Prendere dimestichezza con questa tipo di strutture e di domande, consentirà ai ragazzi di muoversi più velocemente tra i quesiti e di sentirsi più sicuri e lo sappiamo quanto questo possa contribuire al successo di un esame. Se vi interessa avere qualche samples su cui far esercitare i ragazzi, commentate qui sotto, e vedrò di esservi d’aiuto.
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Abbiamo iniziato l’anno con un giretto al Pronto Soccorso: nulla di grave, mia madre è caduta ed abbiamo preferito far dare un’occhiata al medico. Perché lo racconto? Immagino che a buona parte di voi, della mia vita personale interessi (per vostra fortuna) molto poco, ma è il risvolto legato alla conoscenza del tedesco e più in generale ad ogni forma di conoscenza (gli amici filosofi, direbbero gnoseologia), che mi interessa condividere. Arrivata all’ospedale cercavo le indicazioni per il “Notaufnahme” o “Erste Hilfe”, ossia quello che io ho sempre saputo essere la traduzione di Pronto Soccorso, ma non trovandole mi sono rivolta al centro informazioni dell’ospedale, scoprendo che mi sarei dovuta recare presso un luogo denominato Ambulanz; il termine non era per me nuovo, ma avevo sempre ritenuto fosse un sinonimo di Krankenwagen (autoambulanza), invece viene usato per indicare il nostro “ambulatorio”, che io avevo sempre tradotto con Praxis. A questo proposito, intuisco che Praxis sia da usare nell’accezione di studio medico, mentre Ambulanz in quello di infermeria. Due sono le considerazioni che faccio rispetto a questa esperienza; anzitutto aver imparato qualcosa di nuovo il primo giorno dell’anno è sicuramente di buon auspicio per questo 2018, in cui davvero mi auguro di migliorarmi nella mia professione, e nella capacità di continuare a saper cogliere occasioni educative anche al di fuori degli formali ambienti di apprendimento. La seconda considerazione è legata alla percezione del proprio limite: mi è chiaro (da sempre) che non sei mai arrivato, ossia che per quanto tu possa essere “esperto” nella tua materia, al punto perfino da insegnarla, un dettaglio può esserti sfuggito, magari anche banale come quello di ieri per me. Il processo di crescita (intellettuale, pratico, psicologico e forse anche fisiologico) è legato alla consapevolezza di un limite; l’autocoscienza di uno spazio di miglioramento, ti consente di sperare di poter andare oltre il tuo limite, che tuttavia mai puoi sperare di superare pienamente, perché ce ne sarà sempre uno nuovo (e del resto togliete questo orizzonte “escatologico”, e vien giù tutto!) Niemand ist vollkommen: Glück heißt, seine Grenzen kennen und sie lieben. (Romain Rolland) Questa autocoscienza è tanto più importante se fai l’insegnante perché ti consente di stare davanti ai tuoi ragazzi con più libertà; loro stessi, impegnati in un percorso di apprendimento non sempre semplice, troveranno il confronto ed il conforto di un adulto che si è riconciliato con il proprio limite, e probabilmente questo consentirà anche a loro di non sentirsi più schiacciati dal loro limite, ma di comprenderlo come ciò che, se adeguatamente gestito, ti rilancia. E questo, credetemi, ai fini dell’apprendimento, fa davvero la differenza. Guten Rutsch (ins neue Jahr)! Buon anno |
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Aprile 2021
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